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Writer's pictureIrene Coletto

COACHING: Ciascun atleta ha bisogno di un suo approccio, atleti diversi richiedono attenzioni divers



Il coaching non è facile da definire perché include molti aspetti.

Il coaching trasforma e plasma gli atleti attraverso il miglioramento delle loro prestazioni.


Il ruolo dell'allenatore sportivo è quello di creare le giuste condizioni per consentire

l'apprendimento e individuare il corretto sistema per motivare gli atleti giorno dopo giorno. Sebbene la filosofia generale del coaching si basi su valori umani e fisiologici che potremmo definire comuni, nella realtà, la regola del coaching dal mio punto di vista richiede l’importante requisito d’essere individuale e unico per ciascun individuo/atleta. Il coaching è impegnativo, in questo senso, perché ognuno risponde in modo diverso, dunque il nostro ruolo è quello di trovare il modo migliore per stimolare gli atleti.


Il requisito principale, per quanto riguarda il ruolo dell’allenatore sportivo, è quello di possedere una personalità carismatica.

Di seguito analizziamo alcuni parametri chiave, da considerare, per poter “condurre” bene gli atleti.


1. Conoscenza (abilità mentali)

Le padronanze basilari che deve avere l'allenatore sono 3:

  • Conoscenza specifica del corpo

  • Conoscenze generali sullo sport

  • Conoscenze generali sull’essere umano in toto

Gli atleti hanno un corpo, quindi è necessario conoscerne la sua struttura e la sua funzionalità; ma sono anche esseri umani, quindi il coach deve avere una mente aperta alle diverse culture, psicologie, mentalità ed esigenze legate alle singole abitudini. Inoltre ed ovviamente, l’allenatore deve possedere le skills e deve conoscere le regole dello sport oggetto.


2. It Takes Two: l'importanza del rapporto atleta-allenatore

La relazione che si crea tra queste due figure è il precursore per il successo e la soddisfazione degli atleti in primis e di conseguenza del coach stesso.

Se sei un atleta, dopo aver letto questo probabilmente ti rendi conto che non puoi avere successo da solo! Per essere un atleta di successo, avrai bisogno di un allenatore che sia preparato a connettersi con te, per supportarti e guidarti attraverso gli alti e bassi dello sport agonistico.


3. Capacità di trasferire il know how

L'allenatore per essere capace di trasferire le sue conoscenze agli atleti deve in grado di porsi nel modo corretto, avere la giusta comunicazione, il giusto tono di voce, ci dev’essere entusiasmo, persino il senso dell’umorismo contribuisce positivamente al rafforzamento del rapporto stesso.

Le spiegazioni devono essere sempre vere e utili, ma anche interessanti e non troppo lunghe.

Non solo è necessaria una dimostrazione silenziosa, ma una dimostrazione con istruzioni (informazioni verbali) usando la voce con una cadenza e volume appropriati a seconda della situazione che si presenta.


4. Capacità di gestire diverse fasce d'età e livelli atletici

L'allenatore dovrebbe rispondere anche alla figura di buon psicologo, proprio perché abile a comprendere gli atleti appartenenti a diverse fasce d'età e genere. Naturalmente l'allenatore deve non solo comprendere, ma anche gestire con successo gli atleti di età diverse, questo non solo durante l'allenamento, ma anche in condizioni di stress (ad esempio in una situazione di pre-gara, gara oppure dopo una sconfitta).

L'allenatore dovrebbe essere un homo sapiens e un homo faber, ma a volte anche un homo ludens. Ricordiamoci che tutti gli atleti, sulla base della loro età, devono avere un alto livello di individualizzazione dal punto di vista del trattamento allenante e psicologico.


5. Pedagogia dell’individuo

L'allenatore rientra nell’ articolato mondo dell’insegnante, l'allenatore infatti è anche un educatore perché esempio per chi lo circonda e si affida.

Deve dunque mostrarsi come un buon modello per gli atleti, discutendo a volte non solo sullo sport, ma anche sulla vita reale, sui problemi, sulla scuola, sulla famiglia, sulle situazioni sociali, ecc. In altre parole, il coach deve essere un pedagogista, avendo anche la capacità di gestire i conflitti e problematiche collettive.


6. Sostenere gli atleti

L'allenatore è un sostenitore, un aiutante, un partner degli atleti. In effetti, gli allenatori e gli atleti sono partner, condividono insieme la felicità in caso di successo, ma sono partner e hanno una responsabilità comune anche in caso di fallimento.


7. Pronto ad aiutare

L'attività dell'allenatore viene svolta principalmente durante il periodo di allenamento, la competizione ma non esclusivamente. E' necessario essere sempre pronti ad aiutare gli atleti, se necessario. 24 ore di disponibilità/giorno e 365 giorni di disponibilità/anno.


8. Motivazione

L'allenatore deve essere motivato per essere capace di trasferire motivazione agli atleti. La motivazione può essere basata sul riconoscimento sia morale che materiale.


9. Comportamento

Questa peculiarità può essere valutata come una delle più rilevanti.

Questo aspetto, questo modello avrà sicuramente una forte influenza sugli atleti fin dall'inizio. Lo sfondo emotivo/viscerale, infatti, è per la maggior parte dominante in ogni persona. È noto che Ippocrate differenziava 4 gruppi di esseri umani, in base alle loro emozioni:

- Tipo collerico (attivo, aggressivo, sensibile, impulsivo, ottimista, emozioni forti)

- Tipo sanguigno (amichevole, comunicativo, mutevole, dal comportamento facile, con emozioni deboli)

- Tipo malinconico (pessimista, chiuso, tranquillo, stabile, serio, realistico, con emozioni forti)

- Tipo flemmatico (passivo, immutabile, pacifico, ben controllato, equilibrato, freddo, con basso livello di emozioni)


10. Personalità

Nell’essere coach è necessario aggiungere qualcosa di proprio, di interiore, di dissimile per poter essere considerati e risultare unici.

Sovente è meglio essere visti e considerati come una capra nera e fuori dalle righe del target medio, MA INSEGNARE che verosimilmente è proprio il fare qualcosa di diverso e fuori dal controllo delle normali regole e/o abitudini che può portare al progresso, al perfezionamento dell’essere atleta che si realizza, poi, esprimendo al meglio le proprie attitudini sportive. (Garmin, tecnologia, rigore, schemi, velocità prestabilite, soglie e sessioni fisse????? Sono davvero necessarie???)

Per ulteriori consigli e domande scrivimi o scoprimi!!

IN CONCLUSIONE

Un buon coach è in grado di gestire persone diverse, perché ha le conoscenze e le competenze per farlo.Ogni essere umano –come singola persona– ha bisogno di un touch/tocco/tatto unilaterale ed esclusivo.


Indipendentemente dal tipo emotivo a cui appartiene l’atleta, l'allenatore deve essere sempre franco, obiettivo, disciplinato, avendo una vera e chiara valutazione dello stato degli allenamenti e della gara.


E un buon allenatore ha la necessaria sensibilità verso i problemi degli atleti, non li rifiuta mai, non li rifiuta mai. L'allenatore deve lavorare con un alto livello di responsabilità.


Conoscenza e comportamento corretto insieme significano intelligenza.Abbiamo bisogno di atleti sani, abbiamo bisogno di atleti liberi dal doping!I requisiti più importanti sono mostrare un esempio positivo ed essere in grado di collaborare.L’ allenatore rappresenta un esempio per gli atleti.


Dal mio punto di vista essere allenatore significa:

  • Per prima cosa: diffondere l'amore e la passione per questo sport sia dal punto di vista agonistico, sia visto come hobby, sia per raggiungere un obiettivo legato alle rivincite e vittorie personali. Ognuno di noi, atleti, sta inseguendo qualcosa e noi Coach dobbiamo assistere e facilitare questo percorso.

  • Competenze studiate, apprese, aggiornate, PROVATE

  • Umiltà

  • Flessibilità

  • Professionalità

  • Pazienza

  • Capacità di leggere e comprendere le esigenze di OGNI SINGOLO ATLETA

  • Adattamento dei piani di allenamento sulla base della disponibilità dell’atleta, senza generare ulteriore pressione o appesantire ulteriormente la loro routine di vita quotidiana.

Desidero ringraziare i miei atleti (ex ed attuali) perché con il mio ruolo di coach ho avuto l’opportunità di allenarvi e insegnarvi ma nel contempo ho imparato molto da ciascuno di voi; è ed è stato un percorso di crescita collettivo.


Irene Coletto

Trisutto Coach


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